Statement
La mia ricerca nasce dal mare come spazio interiore: un luogo mentale prima ancora che geografico, dove misura, respiro e tempo si distendono. Non rappresento il mare come paesaggio, ma come orizzonte percettivo, specchio silenzioso in cui l’osservazione si trasforma in ascolto.
Attraverso l’acquerello indago la luce e la sua capacità di modificare la materia visibile. L’acqua non è solo mezzo tecnico, ma elemento che genera l’immagine: ne determina i confini, la trasparenza, la sospensione. Il pigmento si deposita lentamente e lascia emergere strati di percezione, come onde che non cessano mai di tornare.
Dipingo ciò che accade tra la superficie e la sua profondità: la vibrazione, l’attesa, il riflesso. Ogni opera è un invito a sostare, a rallentare lo sguardo, a riconoscere quel momento in cui la luce incontra l’acqua e la trasforma.
Il mare diventa allora luogo di riflessione, dove la visione si apre e la presenza si riconosce.
My research begins with the sea as an inner space: a mental place before being a geographic one, where rhythm, breath, and time expand. I do not depict the sea as landscape, but as a perceptual horizon, a silent mirror in which observation becomes a form of listening.
Through watercolor, I explore light and its ability to transform visible matter. Water is not merely a technical medium, but the element that generates the image: it defines transparency, boundaries, and suspension. The pigment settles slowly, allowing layers of perception to surface, like waves that continually return.
I paint what happens between surface and depth: vibration, stillness, reflection. Each work invites a pause, a slowing of the gaze, a recognition of the moment in which light encounters water and alters it.
The sea thus becomes a place of reflection, where vision opens and presence becomes visible.